Abbracciamoci tutti, è la Skin Hunger

Abbracciamoci tutti, è la Skin Hunger

Skin HungerSi chiama “skin hunger”, letteralmente fame di pelle, ed è l’ennesimo effetto collaterale che pandemia, lock down, distanziamento sociale e un anno e mezzo di paura hanno lasciato nella testa delle persone. Ne parla Wired, intervistando peraltro un medico italiano: si tratta della spinta al confortevole e tranquillizzante contatto fisico, che consiste in un abbraccio o nel semplice e castissimo contatto tra le mani. È lo stesso principio per cui nei reparti neonatali i bambini vengono lasciati quanto più possibile contigui al corpo della mamma per migliorare gli effetti delle terapie. Senza contatto, sostiene la medicina ufficiale e non, gli esseri umani si deteriorano fisicamente ed emotivamente. "Sappiamo dalla letteratura che la mancanza di tatto produce conseguenze molto negative per il nostro benessere. La natura ha progettato questa modalità sensoriale per aumentare le nostre sensazioni di benessere negli ambienti sociali. Un bisogno presente solo negli animali sociali che hanno la necessità di stare insieme per ottimizzare le loro possibilità di sopravvivenza", spiega Alberto Gallace, neuroscienziato dell'Università di Milano-Bicocca. Quindi, l’invito è semplice: torniamo, appena possibile, ad abbracciarci, e vogliamoci tanto bene!